domenica 14 maggio 2017

A proposito di... Chiara e Pistoia

Per una volta parlo di me.

Per una volta questo è un post che riguarda me stessa, le mie scelte, le mie motivazioni.
Perché mi candido.

Credo che l' abbiate sentito dire -o lo sentirete dire- circa seicento volte, tante quante sono i candidati.
Ecco, questa è la seicentounesima volta, e siete quindi legittimati a sospendere la lettura e dedicarmi ad altro.

Ma mi è venuta voglia di raccontarvelo.
Perché in questo passaggio ci sto mettendo il cuore, che vale ben più della faccia, dato che di facce in giro ce ne sono molte -qualcuno ne ha anche tre o quattro- ma di cuori ce ne sono sempre di meno.

Metterci il cuore significa occuparsi della cosa pubblica anche quando non si è direttamente coinvolti, sottrarre tempo e denaro alla propria vita quotidiana -fino a trascurare anche gli affetti più cari- perché senti che c'è un bene comune, un interesse da tutelare, qualcosa per cui combattere, che merita questo impegno.
Metterci il cuore significa anche sentire che la Città nella quale sei nata e cresciuta, e la comunità che vi risiede  vive un momento bello di crescita e cambiamento, e merita che questo processo prosegua, confermando le scelte già compiute, e correggendo il tiro laddove questo sia necessario.

Perché Pistoia può e deve essere grande.

E allora non era il momento di "rifluire nel privato", non era il momento del disimpegno, o del disinteresse, come invece sul piano privato sarebbe stato per me più semplice e forse consigliabile.

L' idea di Città che ho in mente è una città inclusiva, che guarda agli ultimi, è moderna e non dimentica le proprie radici, quelle antifasciste e democratiche che sono anche nella mia storia e la mia stessa storia.

La Città che vorrei fra cinque anni è una città rigenerata, a partire dal Ceppo fino alle Periferie, quelle urbane e quelle collinari e montane.
Una città in cui le distanze materiali e quelle immateriali sono ridotte.
Una città in cui le piazze siano libere dalle auto, e la mobilità sia sostenibile, con collegamenti ciclopedonali e un piano della mobilità dolce che, grazie anche alle dimensioni ridotte della città, consenta di essere il baricentro della mobilità nel suo complesso.

Vorrei poi una città in cui si continui ad investire in cultura come si è fatto finora, mettendo a capitale l' importante riconoscimento conseguito.
E investendo in cultura si possa costruire un sistema di relazioni in cui il cittadino sia al centro, e sia messo in condizione di fruire in maniera ampia dell' offerta culturale ampia che è nel DNA di Pistoia.
Connettere fra loro i vari sistemi, farli dialogare, intrecciare nodi e creare sinergie:la Casa Comune che diventa costruttrice di relazioni.
Un sistema di relazioni che sia rafforzato e rilanciato anche col mondo dello sport e dell' associazionismo sportivo.

Io voglio bene a Pistoia.
Le voglio bene davvero, perché è casa mia, da qui vengono i miei genitori, i miei nonni, i nonni dei miei nonni, fino a tempo immemore.

Ho iniziato ad impegnarmi venti anni fa nella collettività.
Venti anni esatti.

Era il momento giusto per chiudere questo cerchio.
Era il momento di fare #unasceltaChiara.
Ho scelto Pistoia, di nuovo.