domenica 3 gennaio 2021

Una provincia divisa: aggiungiamo qualche altra "frettolosa considerazione"...



Il 18 dicembre scorso il Consiglio dei Ministri ha varato la riforma dei collegi elettorali. 

Si è trattato di un atto tecnico, al quale il Governo non poteva sottrarsi, in quanto necessaria conseguenza della riforma costituzionale che ha prodotto la riduzione del numero dei Parlamentari.
Il Governo, dunque, non solo ha esercitato una prerogativa, ma ha adempiuto ad un proprio dovere.

Ciò che alcuni - e fra questi io - hanno contestato sono le conseguenze politiche.
Da un lato, una generale: adesso possiamo andare al voto, con questa legge elettorale, già quest'anno, nella prima finestra utile. 
Un'ipotesi per niente remota, considerato il rischio costante di crisi di governo.
Ritengo infatti  un'ipotesi del tutto residuale che il Presidente della Repubblica accetti una maggioranza incerta e raccogliticcia, in un momento come quello attuale, e spero che nessuno pensi a ciò. 
Il che produrrebbe conseguenze gravissime dal punto di vista della rappresentanza, per il modo in cui il combinato disposto Rosatellum Ter/nuovi collegi elettorali si configurerebbe.

La seconda conseguenza politica riguarda direttamente il nostro territorio: la provincia di Pistoia - intesa come territorio, da cui il minuscolo - verrebbe smembrata in due diversi collegi, facenti capo rispettivamente a Lucca e a Prato; i collegi sono così denominati perché per i numeri sono Lucca e Prato a divenire i principali punti di riferimento territoriali. 
E' naturale e prevedibile: la democrazia funziona grazie ed in conseguenza dei numeri.

Chi vuole, può trovare qui la definizione dei due collegi (pagg. 61 e 62).
Gli effetti sono dunque pesanti per il nostro territorio, soprattutto alla Camera: tutta la Valdinievole e i Comuni di San Marcello Piteglio e Abetone Cutigliano rientreranno nel Collegio di Lucca (che comprende anche la Versilia), mentre la Piana, Serravalle, Pistoia e i Comuni di Marliana e Sambuca, saranno attribuiti al Collegio di Prato.

Rispetto a questi due punti, rinvio alle considerazioni del Coordinamento Democrazia Costituzionale di Pistoia e alle posizioni della pagina Facebook A sinistra. Per l'equità sociale, l'uguaglianza, ,la sostenibilità.

Il provvedimento varato dal Governo è un Decreto Legislativo, che si pone nel quadro di una Legge Delega, e dunque è già operativo: i Collegi sono questi, e così ce li teniamo, anche se nessuno di noi era stato informato di quanto stava avvenendo. 
Ed è un peccato, perché magari avremmo potuto aiutare i nostri rappresentanti con azioni di sensibilizzazione dal basso..

  
Ho sentito parlare di questa riforma come di una mera operazione di ingegneria istituzionale, come se il collegamento fra i cittadini elettori ed i loro rappresentanti non passasse anche dal territorio.
Direi, purtroppo, che invece ormai può passare SOLTANTO dal territorio, dato che i corpi intermedi sono oggi un lontano ricordo.

Poi, curiosamente, ho sentito definire "frettolose considerazioni" quelle espresse sui social da molti amici e compagni, e ho letto che ORA si potranno modificare i collegi con la nuova legge elettorale.

Ecco, farei sommessamente notare quanto segue.
Primo, perché dobbiamo ORA modificare con la legge elettorale quanto è stato appena approvato, invece di intervenire PRIMA dell'approvazione dei nuovi collegi, e nell'apposito procedimento legislativo?
Secondo - e non vorrei deludere qualcuno che mi pare piuttosto fiducioso - non è affatto detto che riusciremo a modificare le legge elettorale prima del voto, dato che la crisi di governo è tutt'altro che improbabile, e anche se si trovasse una maggioranza tentennante, non è affatto scontato che si riesca a modificare la legge vigente: il (centro)destra non avrebbe alcun interesse a cambiare una legge che, secondo le proiezioni potrebbe consegnare a Salvini e soci una maggioranza più che solida. 

Perché, in sintesi, la destra dovrebbe regalarci ciò che noi non siamo stati in grado di costruire?