giovedì 13 ottobre 2016

Il Giubileo del Lavoro:una bella iniziativa a cura della Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Pistoia



"Cominciate col fare ciò che è necessario,poi ciò che è possibile. E all'improvviso vi sorprendente a fare l'impossibile"
(San Francesco d'Assisi)

Non ho mai utilizzato questo mio spazio personale per promuovere un'iniziativa.

Stavolta voglio invece farlo, perché questo nostro territorio è ricco di tante esperienze ed energie in grado di proporre spesso un punto di vista originale, ed attraverso questo costruire nuove soluzioni.
E quindi, come ci dice San Francesco, partire dal necessario per arrivare a ciò che sembrava impossibile.

Non nascondo che personalmente vedo nella Diocesi di Pistoia, e in particolare nella Pastorale Sociale e del Lavoro una punta avanzata di questo tessuto così fecondo di idee, progetti e visioni.
Conosco direttamente tante persone che animano questo spazio, e sono legata a loro da stima che spero reciproca; rapporti che si sono sviluppati e sono cresciuti negli anni, fuori dalle relazioni istituzionali nelle quali erano nati.

E allora mi sento di suggerire a coloro che hanno voglia ed interesse a stringere nodi, intessere relazioni e provare ad andare oltre le appartenenze, di partecipare all'iniziativa che si terrà venerdì 14 ottobre alle ore 21.00, alla Cattedrale di San Zeno.

Sarà un momento nel quale, dopo i saluti del Vescovo, Monsignor Fausto Tardelli, e una riflessione a cura dell'amico Renzo Innocenti, i partecipanti potranno raccontare le proprie esperienze sulla realtà del mondo del lavoro, quello attuale, vero, non quello che ci viene troppo spesso raccontato.

Il titolo dell'iniziativa, "Giubileo del Lavoro", ha un sapore di per sé quasi programmatico, in grado di lanciare due sfide, entrambe di grande significato.

La prima: in un momento così complesso come quello che da troppi anni stiamo vivendo,con una crisi talmente potente da rimettere in discussione la coesione sociale anche nelle realtà in cui il tessuto connettivo è più forte, affiancare il tema del lavoro -che spesso è il lavoro che non c'è- a quella che è la festa per antonomasia -il Giubileo, appunto- significa fare una scelta di campo: scegliere la consapevolezza che dalla condivisione nasce sempre qualcosa di nuovo.
È attraverso l'Ecclesia, per i cattolici, o la collettività, per chi la vede in senso laico, che si cresce. O perlomeno ci si mette in condizione di condividere, anche in senso etimologico, i propri dubbi, le proprie paure, le inquietudini personali. E condividendo, il fardello si alleggerisce.

La seconda sfida forse è ancora più significativa: il mondo del lavoro e il mondo cattolico che si incontrano.
Di più: si fondono.
Questa idea richiama davvero quella che Papa Francesco, nella sua Enciclica "Laudato si' "ha definito "ecologia umana", quale missione più alta per il cattolicesimo progressista e militante. Quello più vicino al messaggio del Vangelo, in fin dei conti.
Che guarda agli ultimi senza alcun paternalismo, ma aprendosi a loro, accogliendoli come individui, al di là del loro percorso di vita e delle scelte compiute. E che assieme a loro sceglie di mettersi in gioco, rompendo di volta in volta gli schemi precostituiti.

Questa iniziativa io mi sento di consigliarvela.

Nell'anno che precede quello della Capitale della Cultura, costruire una cultura della solidarietà rappresenta una scommessa che laici e cattolici possono cogliere e vincere assieme.

Il tempo che viviamo, così incerto, instabile e spesso destabilizzante, richiede nuove soluzioni, nuovi canoni interpretativi di urgenze sempre più drammatiche; mi pare che dalla Città della Settimana Teologica, che sarà la Capitale Italiana della Cultura stia prendendo forza un messaggio di grande valore, culturale e sociale prima ancora che di fede.



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