Questa non è un'analisi politica.
Prima di tutto, perchè non ho gli strumenti scientifici per proporre un'analisi, né le competenze per svolgerla.
Ed in secondo luogo perchè a così poche ore di distanza dalle Presidenziali che hanno avuto questo esito, trovo perfino difficile ragionare con sufficiente lucidità
Infine, e parto da qui, perchè credo che questo voto ci suggerisca una grande quantità di riflessioni, e richieda un giusto grado di sedimentazione per essere ben ed utilmente interpretato.
Voglio però, anche per cercare di dar maggior solidità alla ridda di pensieri che da stanotte -complice l'instancabile Mentana- mi affollano la mente e, purtroppo, il cuore, cercare di avanzare qualche sollecitazione.
Vediamo se riesco a fermare alcuni punti, non necessariamente in ordine di rilevanza.
Primo. Va da sé che la democrazia va accettata, così come i suoi esiti, a prescindere da quali essi siano. Tuttavia, credo sia giusto esprimere preoccupazione per l'elezione di Trump a Presidente. Non solo (e forse non tanto?) per ciò che potrebbe fare, o non fare. Ma per ciò che Trump rappresenta. L'idea che un popolo, con un forte senso per le istituzioni ed uno spiccato senso di appartenenza come quello statunitense, abbia deciso di regalare questo onore ad un uomo che ha evaso le tasse, offeso le donne, eluso le leggi, e ostenti tutto ciò con una malcelata soddisfazione, mi fa davvero paura.
Secondo. La mia impressione è che sia stato un voto non solo (e forse non tanto) di protesta: mi pareva che soprattutto emergesse dal popolo statunitense una profonda rassegnazione. Ho sentito spesso ripetere che si sarebbe votato per "il meno peggio". E allora non era necessario essere elettori di Bernie Sanders per esprimere un "voto depresso". Gli americani erano depressi tutti, non solo coloro che avevano creduto in una candidatura "liberal". Il cosiddetto "ceto medio", che è molto diverso dal nostro ceto medio, semplicemente non si aspettava niente nemmeno da Hillary, e non so se questo trova ragione nel mandato di Obama. Probabilmente in parte sì. Ma è anche probabile che questo sia dovuto alle scelte sbagliate del Partito Democratico (quello americano, eh!), e mi riferisco alla scelta della candidatura, ma anche alla campagna elettorale, ai toni e ai temi scelti. Ed infine alla questione più profonda, a cui più è difficile trovare una risposta: la sinistra, declinata nelle sue molteplici forme, è più in grado di dare risposte alle grandi masse?
Terzo.Il mandato di Obama (primo e secondo) quanto ha inciso positivamente sulla vita quotidiana degli americani?C'erano grandi attese,all'indomani della sua elezione,e per molto tempo è sembrato in grado di reggere il confronto con quelle promesse e premesse.
La lotta senza quartiere alle lobbies -fra le più potenti al mondo-, la battaglia per i diritti civili, la incarnazione egli stesso del sogno americano sono stati gli assi portanti di questi otto anni.E credo che Obama abbia reso gli Stati Uniti un Paese migliore.Ma ad un certo punto si è come arenato.Non aveva più la spinta propulsiva degli inizi.
E in politica economica ha sbagliato molto:il ceto medio non ha maggiori sicurezze né una migliore condizione economica dopo questi otto anni.E credo che per rispondere a questo servisse un candidato diametralmente opposto a Hillary. Serviva un nuovo Obama,o comunque un candidato che sapesse scaldare i cuori e accendere le speranze come Obama stesso aveva fatto.
Per me,ci voleva Barnie Sanders. Ma le primarie,come la democrazia,vanno accettate. Però interroghiamoci:non è necessario aprire una riflessione sulle modalità di selezione della classe dirigente? E d'altronde tutti ricorderanno la fatica che ha fatto Obama per rassegnarsi alla candidatura Clinton. Forse non era un caso.
Mi sembra che questo sia l' epilogo che in molti temevamo e che -almeno io- rifiutavano perché semplicemente era (è) quasi logicamente impensabile "votare uno come Trump".
Quarto.Interessante notare l' ormai nulla capacità dei mercati di influenzare ed indirizzare il voto.È di tutta evidenza che i cittadini,come la Rossella O'Hara di "Via col vento" se ne infischiano, dell' eventuale volatilità dei mercati.Perché a quei mercati non partecipano affatto.Quando la finanziarizzazione dell' economia diventa la principale responsabile del malesssere di milioni di persone,i mercati non hanno alcun effetto deterrente sulle masse e sul loro voto.
Quinto.Secondo molti,è un voto anti-politico.Non lo so.Forse è un voto anti-sistema.Lo era anche quello per Obama.Solo che quello lo era, per me e coloro che come me ragionano,in senso politicamente corretto.Quello di ieri lo è in senso opposto.
Ma forse non è un voto anti-politico classicamente inteso.Forse gli americani hanno lanciato un messaggio molto politico.
Hanno detto che non volevano votare per il meno peggio.
Facciamone tesoro,di questo voto.
Terzo.Il mandato di Obama (primo e secondo) quanto ha inciso positivamente sulla vita quotidiana degli americani?C'erano grandi attese,all'indomani della sua elezione,e per molto tempo è sembrato in grado di reggere il confronto con quelle promesse e premesse.
La lotta senza quartiere alle lobbies -fra le più potenti al mondo-, la battaglia per i diritti civili, la incarnazione egli stesso del sogno americano sono stati gli assi portanti di questi otto anni.E credo che Obama abbia reso gli Stati Uniti un Paese migliore.Ma ad un certo punto si è come arenato.Non aveva più la spinta propulsiva degli inizi.
E in politica economica ha sbagliato molto:il ceto medio non ha maggiori sicurezze né una migliore condizione economica dopo questi otto anni.E credo che per rispondere a questo servisse un candidato diametralmente opposto a Hillary. Serviva un nuovo Obama,o comunque un candidato che sapesse scaldare i cuori e accendere le speranze come Obama stesso aveva fatto.
Per me,ci voleva Barnie Sanders. Ma le primarie,come la democrazia,vanno accettate. Però interroghiamoci:non è necessario aprire una riflessione sulle modalità di selezione della classe dirigente? E d'altronde tutti ricorderanno la fatica che ha fatto Obama per rassegnarsi alla candidatura Clinton. Forse non era un caso.
Mi sembra che questo sia l' epilogo che in molti temevamo e che -almeno io- rifiutavano perché semplicemente era (è) quasi logicamente impensabile "votare uno come Trump".
Quarto.Interessante notare l' ormai nulla capacità dei mercati di influenzare ed indirizzare il voto.È di tutta evidenza che i cittadini,come la Rossella O'Hara di "Via col vento" se ne infischiano, dell' eventuale volatilità dei mercati.Perché a quei mercati non partecipano affatto.Quando la finanziarizzazione dell' economia diventa la principale responsabile del malesssere di milioni di persone,i mercati non hanno alcun effetto deterrente sulle masse e sul loro voto.
Quinto.Secondo molti,è un voto anti-politico.Non lo so.Forse è un voto anti-sistema.Lo era anche quello per Obama.Solo che quello lo era, per me e coloro che come me ragionano,in senso politicamente corretto.Quello di ieri lo è in senso opposto.
Ma forse non è un voto anti-politico classicamente inteso.Forse gli americani hanno lanciato un messaggio molto politico.
Hanno detto che non volevano votare per il meno peggio.
Facciamone tesoro,di questo voto.
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