http://www.vanninochiti.com/?p=17825
Non ho espresso analisi in questo stralcio di vita politica che ha seguito l'esito referendario.
Non l'ho fatto volutamente, perché credo ancora che siano le sedi ufficiali a dover accogliere le riflessioni dei dirigenti.
Tuttavia, alla vigilia -a quanto pare- dell' Assemblea che stabilirà l' avvio del percorso congressuale, alcune -per ora poche- cose, voglio dirle anch'io.
Non so che tipo di congresso andremo a svolgere.
Io penso che più e prima di un congresso veloce, serva un congresso vero.
Un momento di riflessione sincero, franco e profondo.
Che aiuti questo mio Partito a riscoprire più le ragioni dello stare insieme che quelle della divisione.
Un congresso che riparta dal referendum, per far tesoro del risultato, forte e chiaro, ma che non usi il referendum per tracciare un solco fra buoni e cattivi, amici e nemici, progressisti e conservatori.
Sarebbe bello riscoprire il gusto del discutere non solo sui nomi, ma anche sulle proposte, cosicché il nuovo (o confermato) Segretario sia davvero il Segretario che interpreta una posizione ampiamente condivisa.
Spero anche che la Sinistra si presenti unita a questo appuntamento, e che sia in grado di mettere da parte settarismi e personalismi.
Non lo dico perché la Sinistra è da sempre il campo nel quale mi riconosco (e io non sono mai settaria -anche se qualcuno, scherzando, me lo dice continuamente, quindi sono davvero interessata ad una discussione non pregiudizialmente chiusa).
Lo dico perché credo che una Sinistra forte dentro il Pd renderebbe più forte il Partito stesso, recuperando quella ferita (volevo scrivere vulnus, per impressionarvi, ma ferita rende di più) profonda che si è determinata fra il mio Partito e il suo (mio) Popolo.
Un Popolo eterogeneo,composto non più prevalentemente da operai o dipendenti pubblici e intellettuali, ma da giovani senza lavoro, partite iva, giovani (e meno giovani) precari...
Un Popolo che ha levato forte la sua voce. Un Popolo che nel 2014 aveva creduto in noi, e che da troppo tempo si è allontanato.
Non per populismo.
Ma per disperazione e solitudine.
E allora un campo ampio, unito, coeso, non contro Renzi, ma per le ragioni della Sinistra aiuterebbe lo stesso Segretario uscente ad alzare lo sguardo, a sfidare sui contenuti, a elaborare una proposta che tenga conto anche di quelle ragioni.
Per questo, da militante, da iscritta, da dirigente, chiedo una Sinistra unita, che non tema di fare la Sinistra senza essere "contro", ma "per".
Diversamente, nella diaspora della Sinistra, molti di noi, sceglieranno liberamente, ma forse con un po' di tristezza nel cuore e nella mente.
Per tutte queste ragioni, faccio mie le riflessioni del mio amico e Compagno Vannino Chiti -che trovate in link all' inizio di questo post- auspicando che chi è chiamato a decidere ascolti questa voce.
Che è anche la voce del loro (mio) Popolo.