venerdì 6 gennaio 2017

Della cultura, della luce e.... di Star Wars!




Scrivo di notte, come spesso mi capita, perché il silenzio è foriero di riflessione, e aiuta a il pensiero a spingersi sempre un po' più in là, oltre il confine dell' ovvio e dell' essenziale.

Scrivo mentre da poco si è spento nel cielo pistoiese il fascio di luce che ci accompagnerà dal 1 all' 8 gennaio, ma poi per tutto l'anno di Pistoia Capitale.

È questa la novità di cui la Città discute in questi giorni -a Pistoia "discute" si legge "litiga".
Lo confesso:sulle prime, quando ho sentito parlare di questo progetto, dell'idea di un "laser" -così comunemente ed erroneamente lo chiamiamo, a Pistoia- sono rimasta assai perplessa: mi pareva così in contrasto con questo nostro territorio, poco incline alla visibilità, strutturalmente e naturalmente portato piuttosto a lasciarsi scomparire, pago della propria essenza essenziale!

Poi, ho cominciato a leggere il senso di questo progetto, di questa idea nata da Chiara D'Afflitto, ormai svariati anni fa.
Ho provato a scrollarmi di dosso la naturale inclinazione -appunto, tutta pistoiese- a chiudermi in me, e ho cercato di immaginare questo fascio di luce come una sorta di ponte.

Un ponte che in tempi di divisione e contrapposizione riassume in sè il portato maggiore della Cultura:la capacità di creare legami e stringere alleanze.
Un ponte che unisce la famiglia Fabroni, punto d'origine ed al contempo punto d'arrivo di questo fascio che porta luce, alla Pistoia odierna. Dal passato, al presente, proiettata verso il futuro.
Un ponte verde, che richiama le piante, ricchezza eccellente e concreta di questa Città in cui la terra e la cultura contadina sono state e hanno portato vita.

Ieri sera, assieme a Francesco, abbiamo percorso la via Montalese. E sì, inutile nasconderlo: ho ceduto alla curiosità e ho cercato con gli occhi il fascio di luce.
L' ho visto spuntare, quasi a Pontenuovo -sono praticamente una talpa- e sinceramente mi ha emozionato. Sembrava, così ci siamo detti con Francesco, un tetto sotto cui cercare riparo.
L' ho visto affiancarsi a noi, e poi -bellissimo- intrecciarsi col Grande Ferro del Burri.


Capisco tuttavia perfettamente quei cittadini che polemizzano sui costi
Li comprendo perché viviamo tempi difficili, in cui ci sembra che ogni centesimo debba essere indirizzato ai servizi, o alla cura minuta della città. Non sono obiezioni peregrine, perché chi -come me- vive da semplice cittadino le difficoltà, che sono le stesse di ogni media città, è portato naturalmente a vivere il qui ed ora.

Proviamo, però, ad alzare gli occhi al cielo, e a chiederci se non sarà bello, fra qualche anno, ricordare quando nel buio si faceva strada un raggio di luce, verde come la speranza, e forte come il passato che si intreccia col futuro.
Proviamo a chiederci se non sia giusto avere il coraggio, quando vorremmo vivere il qui ed ora, di sperimentare il Bello e la Speranza.


Non è il momento dell'ottimismo -riprendo le parole che Papa Francesco ha rivolto ai terremotati del Centro Italia- però è sempre il momento della Speranza.
Se riescono loro, a sperare, forse ce la faremo anche noi.
Questo non vuol dire smettere di chiedere e lottare per avere attenzione al qui ed ora. Non sarebbe giusto, e non saremmo noi.
Però, possiamo provare a pensare che le necessità dell' oggi non sono in conflitto col Bello, che per sua natura è oltre il tempo.

Ieri sera -per esempio- ho visto un film che parla della forza dei sogni, e di quanto questi siano l' antidoto ad una vita altrimenti piena di solitudine e emarginazione.
Mi piace pensare che chi è in grado di non smettere di sognare, pur fra mille difficoltà, e riesce ad aprire una porta all' immaginazione, affronta meglio il vivere quotidiano.

Ecco, uno spicchio di sogno concediamocelo: male non (ci) farà!

P.S. A qualcuno, questo progetto ha quantomeno stimolato la goliardia: il fotomontaggio del Sindaco versione Star Wars è davvero fantastico!

Nessun commento:

Posta un commento