Ha creato molti consensi e un po' di scandalo un mio post su fb relativo alla scelta che i pistoiesi dovranno compiere il 25 giugno:la scelta fra destra e sinistra.
Perché di questo si tratta, oserei dire finalmente.
Una contrapposizione chiara.
Questo post ha destato un po' di "scandalo" a mio avviso per varie ragioni.
Intanto perché abbiamo perso dimestichezza con l' uso delle parole dal contenuto chiaro:nella società della liquidità, tutto tende ad essere edulcorato, come se tutto fosse interscambiabile, fungibile.
E poi perché nel tempo dell' approssimazione, si tende a bollare come ideologico ciò che semplicemente rappresenta un' idea.
Allora, quando chiedo ai pistoiesi di scegliere fra la destra di Tomasi e la sinistra di Bertinelli, chiedo in realtà di aderire ad un' idea, ad un sistema valoriale, che è -vivaddio- diverso.
Non nei valori individuali (onestà, integrità, solidarietà e via, via), che caratterizzano i due candidati, entrambe persone per bene -ed io fra l' altro ho lavorato anche bene con Alessandro quando ero Assessore.
Ma l' idea di città che Samuele e Alessandro rappresentano è necessariamente diversa.
E questa diversità discende dalla loro cultura politica.
E chi sostiene Alessandro, così come chi sostiene Samuele, deve e può rivendicare questa diversità.
Non dobbiamo averne paura.
In un tempo liquido, i cittadini hanno diritto a qualche punto di riferimento, e noi dobbiamo darglielo.
Ecco i miei.
Sostengo Samuele perché risanare il bilancio -o meglio, ridurre sensibilmente il debito consolidato di circa 36 milioni di euro, e portare da -10.000.000 a +613.000 euro la parte corrente- è stata una scelta di responsabilità e rigore. E oggi c'è bisogno dell' una e dell' altro.
Sostengo Samuele perché ha aumentato di 800.000 euro la spesa per il sociale, e ha continuato a investire in cultura più del doppio della media nazionale. Perché Samuele pensa che del welfare debba farsene carico il pubblico, semmai in un rapporto con il privato, e che la cultura sia centrale. Samuele non pensa che "con la cultura non si mangia" (e questo lo disse un politico di destra).
Sostengo Samuele perché ha fatto di accoglienza e integrazione un modello non a parole, ma coi fatti.
Facendo di Pistoia la quarta città per capacità di integrazione. E ha fatto dell' integrazione un modello di sviluppo, perché questo riconoscimento ci ha portato 200.000 euro di contributi ministeriali, che sono stati reinvestiti nelle politiche sociali per i pistoiesi.
Sostengo Samuele perché non pensa che ambiente e sviluppo siano in contrasto, e pensa che pedonalizzare le piazze del centro storico aiuti la città, e non ostacoli il commercio. E ha ridotto di un ettaro all' anno il consumo di suolo, restituendolo alla collettività. E anche questo ha a che fare con la sua cultura politica.
Sostengo Samuele perché la mobilità sostenibile non deve essere solo tema da salotto radical chic, ma va praticata e messa in atto con provvedimenti concreti. E l' ha fatto, assieme al consiglio comunale. Con un piano innovativo, che fa scelte chiare.
Sostengo Samuele perché sa dire "Ho sbagliato". In politica non è facile, e non è facile dirlo a Pistoia, dove la vis polemica è spesso fin troppo sopra le righe. Questo, sì, non c' entra niente con destra e sinistra.
Sostengo Samuele perché conosce Pistoia a fondo, e non da ora. Conosce ogni vicolo, ogni via, ogni frazione. E la città voglio affidarla a chi la conosce bene, per averla amministrata per molti anni, e con ruoli diversi. E questo gli consente di avere una visione d' insieme.
Sostengo Samuele perché è sostenuto da una coalizione larga, di centrosinistra.
Mentre Alessandro è sostenuto da Lega Nord, Fratelli d'Italia, Forza Italia... Mi pare di capire Casa Pound...
E come cantava Cocciante... "Se stanno insieme ci sarà un perché..."
martedì 13 giugno 2017
mercoledì 7 giugno 2017
Appunti -neanche tanto sparsi- sulla cultura
Nella vita di ciascuno di noi ci sono esperienze che cambiano il modo di percepire ciò che ci sta intorno.
Il mio incontro con la Cultura pistoiese è stato così.
Intrecciare la mia vita con quella degli istituti culturali del mio territorio è stata un' esperienza unica, totalizzante.
Perché la cultura pistoiese è davvero una rete bellissima, composta di fili sottili eppure forti, come la seta.
Costruire legami con il mondo della cultura pistoiese è difficile e bellissimo al tempo stesso, e una volta costruiti sono legami che hanno le caratteristiche della nostra città: tenaci e immutabili.
Parto da qui per dire due cose sulle scelte che l' Amministrazione uscente ha compiuto, e che il programma del Centrosinistra conferma e rafforza.
Partiamo da una posizione "privilegiata":il riconoscimento di Pistoia Capitale Italiana della Cultura.
Per quella capacità tutta pistoiese che, come in una delle città ideali di Italo Calvino, riesce a rovesciare ogni cosa, si corre il rischio che lo storytelling in salsa cercerata (leggasi del piatto tipico mostrano, non di Santa Caterina in Brana) riduca questo bel punto di partenza in un match in cui qualcuno ci dice che "si vabbè la cultura, ma intanto le buche nelle strade..".
Allora, forse è il caso di ricordare che con la cultura non solo si mangia, ma addirittura la cultura è la "madia" (da leggere con l' accento sulla "a", per distinguere il mobile delle nonne dal ministro della pubblica amministrazione) in cui le nostre nonne conservavano non solo il lievito (ormai celeberrima la frase del nostro Sindaco sulla cultura come lievito della società) ma addirittura la pasta madre, che è anche più nobile del lievito.
Più densa di storia, e in grado di conservare, più a lungo del moderno lievito, il prodotto finito.
Gli istituti culturali pistoiesi, con cui ho stretto relazioni bellissime, che ho scoperto essere rimaste tali, anche al di là dei luoghi -è il caso del Moica e del Museo del Ricamo, nei cui luoghi ho avuto il privilegio di partecipare ad una visita del Sindaco- sono stati negli anni punto di riferimento essenziale per chi si è trovato ad amministrare.
E non sono molti i territori che possono dire di trovare nel sistema cultura un tale punto di riferimento, dato che spesso la cultura è la cenerentola della politica.
Non a Pistoia, dove si investe più del doppio della media nazionale, e dove si è continuato a farlo nonostante i tagli del governo centrale.
Non era scontato.
Veniamo da qui.
Io vengo da qui, la cultura sarà sempre parte di me, e Pistoia ce l' ha nel proprio DNA.
Ma ci sono ancora alcune scommesse da giocare e vincere.
La prima e più difficile:dobbiamo ancora creare IL sistema cultura, superando la frammentazione da cui siamo ancora affetti.
Su questo punto, devo dire che il riconoscimento di Pistoia Capitale ha già prodotto alcuni risultati, ma non basta.
La proposta del Centrosinistra è quella di proseguire nel cammino già iniziato, ed individuare nell' ATP il livello ottimale per la gestione di alcuni settori (spettacolo, musica, etc...).
A questa ne aggiungo una mia personale:individuare uno strumento, anche informatico, che consenta di coordinare la programmazione degli eventi e l' attività degli istituti culturali.
Dialogare significa anche tenere insieme aspetti diversi.
In questo senso, riprendendo il concetto immaginato da Claudio Rosati del "museo diffuso", la rigenerazione del Ceppo offre importanti occasioni, e diventa in un certo senso una porta di accesso immaginaria alla Città della Cultura, con spazi dedicati a Giovanni Michelucci, con il Museo dei ferri chirurgici, e così vicina al Polo dell' Arte Contemporanea, che vede il proprio luogo simbolo in Palazzo Fabroni.
Perché a Pistoia passato, presente e futuro dialogano:ecco perché La luna nel pozzo sta bene esattamente dove si trova ora:davanti al Fregio Robbiano (o cosiddetto Robbiano).
Interessante, parlando di sistema, è la proposta di rafforzare ancora il sistema delle biblioteche, cresciuto negli anni grazie alla sapiente guida della Biblioteca San Giorgio (ricordo che nei Piani Cultura avevamo sempre importanti riconoscimenti grazie al sistema delle biblioteche) stringendo legami con le biblioteche di quartiere.
Altro grande tema è quello del coinvolgimento dei cittadini nel sistema culturale:troppi sono i pistoiesi che ancora non si sentono parte di questa meravigliosa comunità culturale.
Le proposte del Centrosinistra, oltre a continuare ad investire sulle esperienze già fatte (da "I dialoghi sull' uomo" a "Leggere la città", a "Pistoia è la mia casa") sono in questo senso assolutamente in linea con il tema:si propone dunque di proseguire con i bandi rivolti alle associazioni del territorio, con un occhio di riguardo ai giovani artisti, e di far ricorso ai patti di collaborazione -il cui regolamento è stato approvato nel novembre del 2016 dal consiglio comunale- per far diventare patrimonio comune i luoghi della cultura.
Dalla San Giorgio, alla Biblioteca Febroniana, al Pantheon
Infine, cultura è anche consapevolezza delle proprie radici.
La nostra montagna è parte integrante di queste radici.
E la scelta di entrare nell' Ecomuseo ha esattamente questo significato.
Ecco, se dovessi scegliere un risultato che sento mio è stato quello di aver salvato l' Ecomuseo dallo tsunami che ha travolto la Provincia, grazie alla nascita Fondazione, affidata alle amorevoli cure di Manuela Geri.
Penso che sarebbe bello anche pensare di ritrovare in qualche modo l' esperienza del Centro di Documentazione, che tanto aveva lavorato sul Novecento Pistoiese, e rilanciare alcune esperienze come quella della Brigata del Leoncino.
Perché la Scuola Pistoiese, da Giuseppe Gavazzi in poi, è una delle esperienze più belle che ho incontrato.
Chiudo con una nota autobiografica.
Quando mi hanno gentilmente comunicato che la mia esperienza da amministratrice era conclusa, due sono stati i dolori più grandi:perdere Albachiara (che infatti è stata lasciata morire) e perdere gli amici che avevo incontrato sul mio cammino.
Il secondo era un timore infondato:quegli amici sono ancora lì, e mi hanno aiutato tanto.
Perché il cuore, la passione e il lavoro contano più di ogni altra cosa, e come ho già detto non li cancelli per decreto.
Il mio incontro con la Cultura pistoiese è stato così.
Intrecciare la mia vita con quella degli istituti culturali del mio territorio è stata un' esperienza unica, totalizzante.
Perché la cultura pistoiese è davvero una rete bellissima, composta di fili sottili eppure forti, come la seta.
Costruire legami con il mondo della cultura pistoiese è difficile e bellissimo al tempo stesso, e una volta costruiti sono legami che hanno le caratteristiche della nostra città: tenaci e immutabili.
Parto da qui per dire due cose sulle scelte che l' Amministrazione uscente ha compiuto, e che il programma del Centrosinistra conferma e rafforza.
Partiamo da una posizione "privilegiata":il riconoscimento di Pistoia Capitale Italiana della Cultura.
Per quella capacità tutta pistoiese che, come in una delle città ideali di Italo Calvino, riesce a rovesciare ogni cosa, si corre il rischio che lo storytelling in salsa cercerata (leggasi del piatto tipico mostrano, non di Santa Caterina in Brana) riduca questo bel punto di partenza in un match in cui qualcuno ci dice che "si vabbè la cultura, ma intanto le buche nelle strade..".
Allora, forse è il caso di ricordare che con la cultura non solo si mangia, ma addirittura la cultura è la "madia" (da leggere con l' accento sulla "a", per distinguere il mobile delle nonne dal ministro della pubblica amministrazione) in cui le nostre nonne conservavano non solo il lievito (ormai celeberrima la frase del nostro Sindaco sulla cultura come lievito della società) ma addirittura la pasta madre, che è anche più nobile del lievito.
Più densa di storia, e in grado di conservare, più a lungo del moderno lievito, il prodotto finito.
Gli istituti culturali pistoiesi, con cui ho stretto relazioni bellissime, che ho scoperto essere rimaste tali, anche al di là dei luoghi -è il caso del Moica e del Museo del Ricamo, nei cui luoghi ho avuto il privilegio di partecipare ad una visita del Sindaco- sono stati negli anni punto di riferimento essenziale per chi si è trovato ad amministrare.
E non sono molti i territori che possono dire di trovare nel sistema cultura un tale punto di riferimento, dato che spesso la cultura è la cenerentola della politica.
Non a Pistoia, dove si investe più del doppio della media nazionale, e dove si è continuato a farlo nonostante i tagli del governo centrale.
Non era scontato.
Veniamo da qui.
Io vengo da qui, la cultura sarà sempre parte di me, e Pistoia ce l' ha nel proprio DNA.
Ma ci sono ancora alcune scommesse da giocare e vincere.
La prima e più difficile:dobbiamo ancora creare IL sistema cultura, superando la frammentazione da cui siamo ancora affetti.
Su questo punto, devo dire che il riconoscimento di Pistoia Capitale ha già prodotto alcuni risultati, ma non basta.
La proposta del Centrosinistra è quella di proseguire nel cammino già iniziato, ed individuare nell' ATP il livello ottimale per la gestione di alcuni settori (spettacolo, musica, etc...).
A questa ne aggiungo una mia personale:individuare uno strumento, anche informatico, che consenta di coordinare la programmazione degli eventi e l' attività degli istituti culturali.
Dialogare significa anche tenere insieme aspetti diversi.
In questo senso, riprendendo il concetto immaginato da Claudio Rosati del "museo diffuso", la rigenerazione del Ceppo offre importanti occasioni, e diventa in un certo senso una porta di accesso immaginaria alla Città della Cultura, con spazi dedicati a Giovanni Michelucci, con il Museo dei ferri chirurgici, e così vicina al Polo dell' Arte Contemporanea, che vede il proprio luogo simbolo in Palazzo Fabroni.
Perché a Pistoia passato, presente e futuro dialogano:ecco perché La luna nel pozzo sta bene esattamente dove si trova ora:davanti al Fregio Robbiano (o cosiddetto Robbiano).
Interessante, parlando di sistema, è la proposta di rafforzare ancora il sistema delle biblioteche, cresciuto negli anni grazie alla sapiente guida della Biblioteca San Giorgio (ricordo che nei Piani Cultura avevamo sempre importanti riconoscimenti grazie al sistema delle biblioteche) stringendo legami con le biblioteche di quartiere.
Altro grande tema è quello del coinvolgimento dei cittadini nel sistema culturale:troppi sono i pistoiesi che ancora non si sentono parte di questa meravigliosa comunità culturale.
Le proposte del Centrosinistra, oltre a continuare ad investire sulle esperienze già fatte (da "I dialoghi sull' uomo" a "Leggere la città", a "Pistoia è la mia casa") sono in questo senso assolutamente in linea con il tema:si propone dunque di proseguire con i bandi rivolti alle associazioni del territorio, con un occhio di riguardo ai giovani artisti, e di far ricorso ai patti di collaborazione -il cui regolamento è stato approvato nel novembre del 2016 dal consiglio comunale- per far diventare patrimonio comune i luoghi della cultura.
Dalla San Giorgio, alla Biblioteca Febroniana, al Pantheon
Infine, cultura è anche consapevolezza delle proprie radici.
La nostra montagna è parte integrante di queste radici.
E la scelta di entrare nell' Ecomuseo ha esattamente questo significato.
Ecco, se dovessi scegliere un risultato che sento mio è stato quello di aver salvato l' Ecomuseo dallo tsunami che ha travolto la Provincia, grazie alla nascita Fondazione, affidata alle amorevoli cure di Manuela Geri.
Penso che sarebbe bello anche pensare di ritrovare in qualche modo l' esperienza del Centro di Documentazione, che tanto aveva lavorato sul Novecento Pistoiese, e rilanciare alcune esperienze come quella della Brigata del Leoncino.
Perché la Scuola Pistoiese, da Giuseppe Gavazzi in poi, è una delle esperienze più belle che ho incontrato.
Chiudo con una nota autobiografica.
Quando mi hanno gentilmente comunicato che la mia esperienza da amministratrice era conclusa, due sono stati i dolori più grandi:perdere Albachiara (che infatti è stata lasciata morire) e perdere gli amici che avevo incontrato sul mio cammino.
Il secondo era un timore infondato:quegli amici sono ancora lì, e mi hanno aiutato tanto.
Perché il cuore, la passione e il lavoro contano più di ogni altra cosa, e come ho già detto non li cancelli per decreto.
venerdì 2 giugno 2017
Appunti sparsi sullo sport
In questi ultimi giorni di campagna elettorale, non ho voluto tirarmi indietro rispetto ad un tema nn semplice, eppure troppo importante per non essere affrontato:lo sport.
Ho parlato e sto parlando con le persone che sono sul campo (o in piscina) ogni giorno, perché volevo vedere con i miei occhi, ed ascoltare direttamente, al di là di quello che si legge sui giornali.
Ho incontrato persone che si occupano di nuoto ed altre di pallavolo.
Intanto premetto che ho trovato persone gradevoli, interessate davvero ai problemi, e determinate, senza tuttavia quell' atteggiamento ostile verso l' Amministrazione, che a volte taluni mezzi di comunicazione hanno inteso far trapelare.
I problemi ci sono, ovviamente.
Ma mi sembra di capire che si possano trovare anche le soluzioni.
Altra premessa:ho scelto di interloquire con gli sport cosiddetti (impropriamente) "minori".
Quelli meno patinati, che non vanno sui quotidiani tutti i giorni, che non hanno filiere di riguardo, ma che non sono meno importanti.
Alcuni di questi, per esempio il nuoto, hanno fatto grande il nome di Pistoia a livello nazionale e internazionale.
Altri, penso alla pallavolo, consentono anche a chi è troppo piccolo per stare in squadra, di maneggiare un bel pallone, stare insieme ai propri coetanei, e imparare a rispettare le regole.
Perché lo sport è anche e soprattutto questo:rispetto delle regole e socialità.
Fatta questa ulteriore premessa, il merito.
Il programma del Centrosinistra, che Samuele Bertinelli ha presentato alla città, contiene alcune affermazioni importanti.
La prima, sul tema degli impianti.
L' obiettivo è quello di dotare ogni sport di impianti nei quali sia possibile far crescere i nostri giovani.
La seconda, più di approccio, riguarda la proposta di stringere un patto per lo sport, tornando a valorizzarne il ruolo di fattore aggregante e socializzante.
Con Massimiliano Lombardi ci siamo a lungo intrattenuti sul primo tema, perché il nuoto ha davvero bisogno di un impianto, che non può più essere la piscina Fedi, di proprietà della Provincia, e ad oggi inagibile.
La sistemazione dei nostri atleti del nuoto alla piscina del Boario (che emozione, tornare lì dove facevo educazione fisica!) non può, secondo quanto mi è stato detto, essere una soluzione a lungo termine, in quanto le tubature e gli impianti interni sono di svariati decenni fa.
Sarà quindi necessario -nel mentre che atleti e dilettanti continuano ad allenarsi, o seguono i corsi al Boario- pensare per il futuro a soluzioni diverse.
Ovviamente, la soluzione del Boario, rispetto alla quale si sono predisposte misure di tamponamento di alcune infrastrutture, è stata comunque in grado di "salvare" il nuoto dall' inattività, in conseguenza dell' inutilizzabilità della Fedi.
Altrettanto, rispetto alla palestra del Boario, che il Volley del Bottegone ha condiviso per un po' di tempo anche con altre realtà scolastiche, o con squadre di adulti. Condividendo gli spogliatoi anche con la piscina -soluzione non ottimale sul piano igienico.
Nei prossimi anni sarà necessario nuovo slancio, e dare centralità al tema degli impianti è un primo segnale.
Il segnale di una nuova consapevolezza del problema.
Che è sempre il primo passo per affrontare i problemi.
E rispetto a questo problema, il progetto del Bottegone, fornirà risposte importanti, con riguardo agli spazi sportivi.
Un tema su tutti, quando si parla di impianti, è quello delle risorse.
Non ci siamo nascosti, in questi nostri incontri, che non sarà facile.
Tuttavia, una prima considerazione credo possa essere questa:aver fatto un' attenta opera di riduzione del disequilibrio di bilancio (con un attivo sulla parte corrente, e una fortissima riduzione del debito assestato) era la precondizione necessaria per poter anche solo pensare di intervenire su nuovi impianti.
Ora la precondizione tecnico -finanziaria inizia ad esserci:la rotta è stata tracciata.
Ed infatti, sul finire del mandato, si è dato un primo segnale importante anche in termini di allocazione delle risorse, investendo su alcuni interventi qualificanti.
Serve un' altra condizione,che è quella che più si confà a chi, come noi, crede che la politica sia un' arte difficile, ma bellissima:serve un nuovo patto.
Un patto con l' associazionismo sportivo -non quello patinato, che grida, che prende posizioni politiche, che fa capolino dalle pagine dei quotidiani, o che frequenta i salotti buoni.
No, serve un patto con chi lavora, duramente, ogni giorno.
Lontano dalle cronache locali, ma molto più vicino alla quotidianità.
Serve una rappresentanza forte, che ragioni con autorevolezza, e come dice spesso Samuele, non dica solo sì, ma dica sì che sono sì, e no che sono no, evangelicamente.
E che, quando dice no, lo argomenti.
Perché davanti ha persone in grado di comprendere, e disponibili a metterci del proprio, in termini di tempo, di impegno e di risorse.
Serve, poi, creata questa rete, un lavoro di lunga lena, per reperire le risorse.
Come è stato fatto per l' area del Ceppo, come è staro fatto per la rigenerazione urbana del Bottegone.
Significa che le carte in regola, l' Amministrazione può averle.
Quindi, niente di nuovo deve essere inventato.
E quando il Sindaco, pubblicamente, dice che cambierà ciò che deve essere cambiato, possiamo dargli fiducia.
Chi conosce Samuele, sa che non sempre dice ciò che si vorrebbe sentire, ma quando dice qualcosa, ci crede davvero.
Sì, ci sono alcune cose da cambiare.
E lo sport è fra queste.
Lo sport vero, che è anche quello senza gli sponsor di rilievo, senza giornalisti a seguito, e con poca voce.
Io ho cercato questo sport, ed anche a questo il programma del Centrosinistra guarda con attenzione, e con occhi nuovi.
Ho parlato e sto parlando con le persone che sono sul campo (o in piscina) ogni giorno, perché volevo vedere con i miei occhi, ed ascoltare direttamente, al di là di quello che si legge sui giornali.
Ho incontrato persone che si occupano di nuoto ed altre di pallavolo.
Intanto premetto che ho trovato persone gradevoli, interessate davvero ai problemi, e determinate, senza tuttavia quell' atteggiamento ostile verso l' Amministrazione, che a volte taluni mezzi di comunicazione hanno inteso far trapelare.
I problemi ci sono, ovviamente.
Ma mi sembra di capire che si possano trovare anche le soluzioni.
Altra premessa:ho scelto di interloquire con gli sport cosiddetti (impropriamente) "minori".
Quelli meno patinati, che non vanno sui quotidiani tutti i giorni, che non hanno filiere di riguardo, ma che non sono meno importanti.
Alcuni di questi, per esempio il nuoto, hanno fatto grande il nome di Pistoia a livello nazionale e internazionale.
Altri, penso alla pallavolo, consentono anche a chi è troppo piccolo per stare in squadra, di maneggiare un bel pallone, stare insieme ai propri coetanei, e imparare a rispettare le regole.
Perché lo sport è anche e soprattutto questo:rispetto delle regole e socialità.
Fatta questa ulteriore premessa, il merito.
Il programma del Centrosinistra, che Samuele Bertinelli ha presentato alla città, contiene alcune affermazioni importanti.
La prima, sul tema degli impianti.
L' obiettivo è quello di dotare ogni sport di impianti nei quali sia possibile far crescere i nostri giovani.
La seconda, più di approccio, riguarda la proposta di stringere un patto per lo sport, tornando a valorizzarne il ruolo di fattore aggregante e socializzante.
Con Massimiliano Lombardi ci siamo a lungo intrattenuti sul primo tema, perché il nuoto ha davvero bisogno di un impianto, che non può più essere la piscina Fedi, di proprietà della Provincia, e ad oggi inagibile.
La sistemazione dei nostri atleti del nuoto alla piscina del Boario (che emozione, tornare lì dove facevo educazione fisica!) non può, secondo quanto mi è stato detto, essere una soluzione a lungo termine, in quanto le tubature e gli impianti interni sono di svariati decenni fa.
Sarà quindi necessario -nel mentre che atleti e dilettanti continuano ad allenarsi, o seguono i corsi al Boario- pensare per il futuro a soluzioni diverse.
Ovviamente, la soluzione del Boario, rispetto alla quale si sono predisposte misure di tamponamento di alcune infrastrutture, è stata comunque in grado di "salvare" il nuoto dall' inattività, in conseguenza dell' inutilizzabilità della Fedi.
Altrettanto, rispetto alla palestra del Boario, che il Volley del Bottegone ha condiviso per un po' di tempo anche con altre realtà scolastiche, o con squadre di adulti. Condividendo gli spogliatoi anche con la piscina -soluzione non ottimale sul piano igienico.
Nei prossimi anni sarà necessario nuovo slancio, e dare centralità al tema degli impianti è un primo segnale.
Il segnale di una nuova consapevolezza del problema.
Che è sempre il primo passo per affrontare i problemi.
E rispetto a questo problema, il progetto del Bottegone, fornirà risposte importanti, con riguardo agli spazi sportivi.
Un tema su tutti, quando si parla di impianti, è quello delle risorse.
Non ci siamo nascosti, in questi nostri incontri, che non sarà facile.
Tuttavia, una prima considerazione credo possa essere questa:aver fatto un' attenta opera di riduzione del disequilibrio di bilancio (con un attivo sulla parte corrente, e una fortissima riduzione del debito assestato) era la precondizione necessaria per poter anche solo pensare di intervenire su nuovi impianti.
Ora la precondizione tecnico -finanziaria inizia ad esserci:la rotta è stata tracciata.
Ed infatti, sul finire del mandato, si è dato un primo segnale importante anche in termini di allocazione delle risorse, investendo su alcuni interventi qualificanti.
Serve un' altra condizione,che è quella che più si confà a chi, come noi, crede che la politica sia un' arte difficile, ma bellissima:serve un nuovo patto.
Un patto con l' associazionismo sportivo -non quello patinato, che grida, che prende posizioni politiche, che fa capolino dalle pagine dei quotidiani, o che frequenta i salotti buoni.
No, serve un patto con chi lavora, duramente, ogni giorno.
Lontano dalle cronache locali, ma molto più vicino alla quotidianità.
Serve una rappresentanza forte, che ragioni con autorevolezza, e come dice spesso Samuele, non dica solo sì, ma dica sì che sono sì, e no che sono no, evangelicamente.
E che, quando dice no, lo argomenti.
Perché davanti ha persone in grado di comprendere, e disponibili a metterci del proprio, in termini di tempo, di impegno e di risorse.
Serve, poi, creata questa rete, un lavoro di lunga lena, per reperire le risorse.
Come è stato fatto per l' area del Ceppo, come è staro fatto per la rigenerazione urbana del Bottegone.
Significa che le carte in regola, l' Amministrazione può averle.
Quindi, niente di nuovo deve essere inventato.
E quando il Sindaco, pubblicamente, dice che cambierà ciò che deve essere cambiato, possiamo dargli fiducia.
Chi conosce Samuele, sa che non sempre dice ciò che si vorrebbe sentire, ma quando dice qualcosa, ci crede davvero.
Sì, ci sono alcune cose da cambiare.
E lo sport è fra queste.
Lo sport vero, che è anche quello senza gli sponsor di rilievo, senza giornalisti a seguito, e con poca voce.
Io ho cercato questo sport, ed anche a questo il programma del Centrosinistra guarda con attenzione, e con occhi nuovi.
Iscriviti a:
Post (Atom)