mercoledì 7 giugno 2017

Appunti -neanche tanto sparsi- sulla cultura

Nella vita di ciascuno di noi ci sono esperienze che cambiano il modo di percepire ciò che ci sta intorno.
Il mio incontro con la Cultura pistoiese è stato così.

Intrecciare la mia vita con quella degli istituti culturali del mio territorio è  stata un' esperienza unica, totalizzante.
Perché la cultura pistoiese è davvero una rete bellissima, composta di fili sottili eppure forti, come la seta.

Costruire legami con il mondo della cultura pistoiese è difficile e bellissimo al tempo stesso, e una volta costruiti sono legami che hanno le caratteristiche della nostra città: tenaci e immutabili.

Parto da qui per dire due cose sulle scelte che l' Amministrazione uscente ha compiuto, e che il programma del Centrosinistra conferma e rafforza.

Partiamo da una posizione "privilegiata":il riconoscimento di Pistoia Capitale Italiana della Cultura.
Per quella capacità tutta pistoiese che, come in una delle città ideali di Italo Calvino, riesce a rovesciare ogni cosa, si corre il rischio che lo storytelling in salsa cercerata (leggasi del piatto tipico mostrano, non di Santa Caterina in Brana) riduca questo bel punto di partenza in un match in cui qualcuno ci dice che "si vabbè la cultura, ma intanto le buche nelle strade..".

Allora, forse è il caso di ricordare che con la cultura non solo si mangia, ma addirittura la cultura è la "madia" (da leggere con l' accento sulla "a", per distinguere il mobile delle nonne dal ministro della pubblica amministrazione) in cui le nostre nonne conservavano non solo il lievito (ormai celeberrima la frase del nostro Sindaco sulla cultura come lievito della società) ma addirittura la pasta madre, che è anche più nobile del lievito.
Più densa di storia, e in grado di conservare, più a lungo del moderno lievito, il prodotto finito.

Gli istituti culturali pistoiesi, con cui ho stretto relazioni bellissime, che ho scoperto essere rimaste tali, anche al di là dei luoghi -è il caso del Moica e del Museo del Ricamo, nei cui luoghi ho avuto il privilegio di partecipare ad una visita del Sindaco- sono stati negli anni punto di riferimento essenziale per chi si è trovato ad amministrare.
E non sono molti i territori che possono dire di trovare nel sistema cultura un tale punto di riferimento, dato che spesso la cultura è la cenerentola della politica.

Non a Pistoia, dove si investe più del doppio della media nazionale, e dove si è continuato a farlo nonostante i tagli del governo centrale.
Non era scontato.

Veniamo da qui.
Io vengo da qui, la cultura sarà sempre parte di me, e Pistoia ce l' ha nel proprio DNA.

Ma ci sono ancora alcune scommesse da giocare e vincere.
La prima e più difficile:dobbiamo ancora creare IL sistema cultura, superando la frammentazione da cui siamo ancora affetti.
Su questo punto, devo dire che il riconoscimento di Pistoia Capitale ha già prodotto alcuni risultati, ma non basta.
La proposta del Centrosinistra è quella di proseguire nel cammino già iniziato, ed individuare nell' ATP il livello ottimale per la gestione di alcuni settori (spettacolo, musica, etc...).
A questa ne aggiungo una mia personale:individuare uno strumento, anche informatico, che consenta di coordinare la programmazione degli eventi e l' attività degli istituti culturali.
Dialogare significa anche tenere insieme aspetti diversi.
In questo senso, riprendendo il concetto immaginato da Claudio Rosati del "museo diffuso", la rigenerazione del Ceppo offre importanti occasioni, e diventa in un certo senso una porta di accesso immaginaria alla Città della Cultura, con spazi dedicati a Giovanni Michelucci, con il Museo dei ferri chirurgici, e così vicina al Polo dell' Arte Contemporanea, che vede il proprio luogo simbolo in Palazzo Fabroni.
Perché a Pistoia passato, presente e futuro dialogano:ecco perché La luna nel pozzo sta bene esattamente dove si trova ora:davanti al Fregio Robbiano (o cosiddetto Robbiano).
Interessante, parlando di sistema, è la proposta di rafforzare ancora il sistema delle biblioteche, cresciuto negli anni grazie alla sapiente guida della Biblioteca San Giorgio (ricordo che nei Piani Cultura avevamo sempre importanti riconoscimenti grazie al sistema delle biblioteche) stringendo legami con le biblioteche di quartiere.

Altro grande tema è quello del coinvolgimento dei cittadini nel sistema culturale:troppi sono i pistoiesi che ancora non si sentono parte di questa meravigliosa comunità culturale.
Le proposte del Centrosinistra, oltre a continuare ad investire sulle esperienze già fatte (da "I dialoghi sull' uomo" a "Leggere la città", a "Pistoia è la mia casa") sono in questo senso assolutamente in linea con il tema:si propone dunque di proseguire con i bandi rivolti alle associazioni del territorio, con un occhio di riguardo ai giovani artisti, e di far ricorso ai patti di collaborazione -il cui regolamento è stato approvato nel novembre del 2016 dal consiglio comunale- per far diventare patrimonio comune i luoghi della cultura.
Dalla San Giorgio, alla Biblioteca Febroniana, al Pantheon

Infine, cultura è anche consapevolezza delle proprie radici.
La nostra montagna è parte integrante di queste radici.
E la scelta di entrare nell' Ecomuseo ha esattamente questo significato.
Ecco, se dovessi scegliere un risultato che sento mio è stato quello di aver salvato l' Ecomuseo dallo tsunami che ha travolto la Provincia, grazie alla nascita Fondazione, affidata alle amorevoli cure di Manuela Geri.

Penso che sarebbe bello anche pensare di ritrovare in qualche modo l' esperienza del Centro di Documentazione, che tanto aveva lavorato sul Novecento Pistoiese, e rilanciare alcune esperienze come quella della Brigata del Leoncino.
Perché la Scuola Pistoiese, da Giuseppe Gavazzi in poi, è una delle esperienze più belle che ho incontrato.

Chiudo con una nota autobiografica.
Quando mi hanno gentilmente comunicato che la mia esperienza da amministratrice era conclusa, due sono stati i dolori più grandi:perdere Albachiara (che infatti è stata lasciata morire) e perdere gli amici che avevo incontrato sul mio cammino.
Il secondo era un timore infondato:quegli amici sono ancora lì, e mi hanno aiutato tanto.
Perché il cuore, la passione e il lavoro contano più di ogni altra cosa, e come ho già detto non li cancelli per decreto.

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