Sbaglia, chi dice che Pistoia è una città sonnacchiosa: è talmente vigile che nel giro di pochi minuti alcuni dei suoi abitanti (molto meno i comuni cittadini, le cui preoccupazioni, in questi mala tempora che currunt sono ben altre) si sono affannati a scomodare importanti concetti e categorie giuridiche di fronte ad una non-notizia.
La non-notizia è che il Sindaco, la Giunta di Pistoia e il Capo di Gabinetto non hanno ricevuto alcun avviso di garanzia, né alcuna comunicazione in merito ad ipotetiche indagini aperte nei loro confronti.
Lo so, può sembrare strano, ma in questa città accade anche questo.
Accade che una testata regionale pubblichi una foto con il titolo "garantiti", alludendo non troppo velatamente ad eventuali avvisi emessi verso amministratori pubblici, e che il Procuratore della Repubblica sia costretto a rientrare dalle ferie per comunicare che non esiste, al momento, alcun avviso di garanzia, ma un semplice avvio di accertamenti a seguito di segnalazioni raccolte da "persone informate dei fatti" in relazione a presunti atti messi in campo da alcuni amministratori, nello svolgimento delle loro funzioni.
Atto assolutamente dovuto -quello dell'avvio di accertamenti- in quanto nel nostro ordinamento vige il principio dell'obbligatorietà dell'azione penale.
Atti dovuti che tuttavia si dipanano in un contesto nel quale gli unici dati oggettivi ce li fornisce il Procuratore Canessa, informandoci che -e questo è finalmente un fatto-oltre a non essere stati inviati al momento avvisi di garanzia, si è addirittura aperta un'indagine per capire come questa voce si sia potuta diffondere. E c'è un altro fatto, che il Sindaco ha comunicato nel corso di una conferenza stampa: la "voce" girava già da alcuni giorni, riportata addirittura da una privata cittadina pratese.
Tutti sapevano, o credevano di sapere. Addirittura più della stessa magistratura.
Impossibile non pensare al processo di kafkiana memoria, in cui tutti ne sanno più del protagonista, e tutto si svolge in un'atmosfera di tragica opacità.
E questo è il fatto preoccupante.
Che si scrivano le notizie, nel momento in cui esse non esistono.
Vedremo cosa accadrà, vedremo che piega prenderà la vicenda.
Può darsi che si verifichi quanto già scritto dal giornalista (avrà facoltà medianiche?)
Ma intanto è alquanto inquietante che ci sia chi, al grido di "sono tutti uguali" già ha iniziato una campagna denigratoria, fondata appunto su una non-notizia.
E questo deve far riflettere tutti noi. Come cittadini, prima ancora che come politici.
Tanto che la domanda posta dal Sindaco a chiusura della conferenza stampa, suona come un monito: "Cui prodest?"
Tommaso Moro avrebbe potuto scriverci un altro romanzo: questa notizia sarebbe stata benissimo nella sua Utopia.
Io non esprimerò alcuna solidarietà a Samuele, Daniela, Simone, e a tutti coloro che sono coinvolti da questa vicenda-nonvicenda.
Non lo farò perchè la solidarietà è un sentimento peloso, che son tutti in grado di esprimere verso tutti. Verso chi è stato vittima di qualche catastrofe, di qualche evento non prevedibile, di qualche violenza.
Non è questo il caso degli amministratori pistoiesi.
Che, ad oggi, sono stati coinvolti solo da un giro di voci incontrollate, a quanto pare, dalla stessa Procura.
Un fatto ormai quasi banale, nella società dei social (endiadi voluta), ma non per questo meno grave.
A Samuele, Daniela, Simone e tutti gli altri amministratori e dirigenti esprimo invece l'auspicio che la magistratura lavori bene ed in fretta. Perchè solo di questo hanno (e la città ha) bisogno. Trasparenza e rapidità.
E sono certa che trasparenza e rapidità caratterizzeranno l'azione della magistratura. Come ci comprova l'equilibrio del Procuratore Canessa.
Samuele lo conosco da tanti anni. Ho condiviso con lui, come con Simone e Daniela, un lungo tratto del mio percorso politico. Non siamo stati sempre dalla stessa parte -forse ci siamo trovati più spesso su fronti opposti- e quindi scrivo dalla comoda posizione di chi non si è mai annoverato fra i "bertinelliani" o i "bellitiani", orribili categorie nelle quali la politichetta -direbbe il Crozza/De Luca- ha bisogno di collocare chi partecipa alla vita pubblica.
Parlo dalla posizione laica di chi, volendo pur bene a queste persone, non sempre ne ha condiviso ogni azione ed ogni pensiero.
E fin dai primi anni di vita politica comune, il rigore -a volte la rigidità- di Samuele è un tratto che balza agli occhi. Un rigore che a molti, in tempi di approssimazione e pressappochismo, appare perfino fastidioso.
Un rigore al quale il Sindaco ha improntato tutta l'azione di governo, come ho avuto modo di verificare direttamente, per lavoro, nel caso della gestione dell'Infopoint, che avrebbe potuto essere attribuita in via diretta, e per la quale il Comune -unico fra tutte le amministrazioni toscane- ha voluto procedere con un bando. Un piccolissimo esempio, che cito per averlo direttamente vissuto. Io parlo soplo di ciò che conosco.
Per questo, non esprimo solidarietà, ma la certezza che niente di ciò che queste persone hanno voluto fare corrisponde a qualcosa di diverso da ciò che la loro coscienza suggeriva.
Questo, mi sentivo di partecipare, perchè la solidarietà non basta.
E nemmeno le difese d'ufficio.
Ma testimoniare ciò che si è vissuto direttamente, dopo anni di frequentazione, è il minimo che mi sentivo di dovere a persone a cui voglio bene, che stimo e che conosco bene.
E alla mia Città (che scrivo con l'iniziale maiuscola, perchè mi rivolgo alla comunità che in essa si racchiude)dico: non facciamoci intrappolare nella rete delle non-notizie.
Attendiamo, leggiamo, riflettiamo.
Con la fiducia dovuta alle Istituzioni. A tutte le Istituzioni.
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